Come viaggeremo per lavoro nel post-pandemia?
Quali abitudini di viaggio si consolideranno una volta finita l'emergenza sanitaria? Sarà un ritorno alla vecchia normalità di inizio 2020, o l'esperienza globale del Covid-19 lascerà una traccia indelebile nel modo di organizzare le trasferte? Anche se viaggiare è già ora possibile, almeno in parte, è difficile fare previsioni su quello che ci aspetta nei mesi e negli anni a venire. Alcune indicazioni, però, sembrano già arrivare.
Anzitutto, facciamo un passo indietro. Prima che la pandemia iniziasse, i viaggi d'affari erano in forte crescita, sia in numero assoluto sia in termini di volumi economici. Un'ascesa che sembrava quasi inarrestabile, e che invece si è interrotta con un rapidissimo crollo che ha portato quasi ad annullare del tutto le trasferte, almeno per un periodo di alcuni mesi durante lo scorso anno. E di fronte a uno stop così improvviso e inaspettato, la ripresa non potrà che essere lenta e graduale.
La scoperta collettiva dei meeting online
Il 2020 è stato senza dubbio l'anno delle riunioni digitali, delle videochiamate di gruppo e degli incontri d'affari tramite sistemi online. Un'abitudine che nel corso dei mesi è arrivata quasi a esasperare le persone, ma che ha lasciato un segno culturale profondo: chi mai, dopo aver provato la comodità di questi strumenti, affronterebbe un lungo viaggio - magari internazionale o intercontinentale - solo per un rapido incontro?
Ciò non significa che gli incontri faccia a faccia possano sparire. Il valore aggiunto del vedersi di persona, del presenziare fisicamente a una riunione o a un evento, è fuori discussione. Tuttavia, questo valore sarà sempre più spesso messo a bilancio con il costo economico e con il dispendio in termini di tempo e di energie di una trasferta: a volte prevarrà la necessità di fare affari dal vivo, altre volte la comodità di internet. Con il risultato, senza dubbio, che il numero assoluto di trasferte subirà una riduzione.
Treno o aereo?
Sia per le compagnie ferroviarie sia per quelle aeree, i viaggi d'affari rappresentano una frazione molto significativa del fatturato. Per le tratte aeree, per esempio, si stima che i tre quarti dei profitti derivino da chi si muove per ragioni di business. Se in alcuni casi l'aereo è indispensabile, e in altri il treno è l'unica possibilità, in quelle situazioni in cui si potrà effettivamente scegliere c'è chi ventila un possibile cambio d'abitudine. Per gli spostamenti di media lunghezza, infatti, già nei primi mesi della ripartenza sembra esserci un passaggio dall'aereo al treno. Se volare può essere vantaggioso in termini di tempo (anche se molto dipende dal tipo di tratta e da quanto il traffico aereo è ben gestito), muoversi su rotaia è spesso più economico.
In termini di sicurezza sanitaria, ci sono pro e contro. Gli aerei sono dotati di filtri molto efficienti per la pulizia dell'aria, ma in treno è possibile aprire i finestrini, ed eventualmente anche spostarsi da una carrozza all'altra. Il fatto che in aereo ci si trovi tutti chiusi dentro la stessa fusoliera, senza possibilità di scendere o spostarsi nel caso si fosse a disagio per il troppo affollamento, pare essere un elemento a favore del treno capace di giocare un ruolo decisivo. A maggior ragione se sono offerte anche cabine appartate o cuccette private. Volendo pensare in grande, invece, c'è chi ritiene che un trend pronto a emergere sia quello dell'uso di jet privati, che certamente risolvono il problema del distanziamento sociale. Sul fronte economico, naturalmente, si tratta di una possibilità destinata a una piccola minoranza.
Ma ai viaggi non rinunceremo
Oltre che per vacanze e trasferte di piacere, pure nel caso degli affari è difficile pronosticare una rinuncia a spostarsi. La prospettiva è quella di una progressiva risalita dei numeri, anche se il punto di partenza deve essere riportato indietro di qualche anno. Secondo alcune previsione da parte delle compagnie aeree, negli Stati Uniti si potrebbe arrivare a eguagliare il record raggiunto nel 2019 nel corso del 2024, facendo registrare quindi un effetto di rallentamento nella progressione pari a 5 anni a causa della pandemia. Curiosamente, c'è che ritiene che il Covid-19 abbia accelerato la diffusione del digitale esattamente della stessa quantità, 5 anni.
L'altro trend che pare essere piuttosto evidente è quello dell'ottimizzazione. Se per le trattative, le vendite e la creazione di rapporti di fiducia il ritorno a viaggiare è indispensabile e urgente, si può pensare che i viaggi saranno organizzati in modo da prendere più piccioni possibili con una stessa fava. Combinare gli appuntamenti, perfezionare i tragitti e far coincidere le occasioni saranno abitudini sempre più diffuse.
Sicuri e sostenibili
Anche se la percezione del rischio (in questo caso sanitario) è assolutamente soggettiva, è pur vero che una trasferta d'affari a bordo di un mezzo pubblico non è l'attività più pericolosa a cui ci si espone. Certo, viaggiare determina più occasioni di contagio che starsene chiusi in casa davanti al computer, ma se fatto nel rispetto delle norme di sicurezza non è molto più rischioso che andare a fare la spesa al supermercato o mangiare in un ristorante con la mascherina necessariamente levata.
Allo stesso tempo, questa discontinuità forzata nel mondo dei viaggi d'affari è anche l'occasione per ripensare il sistema stesso di trasporto. Ottimizzare le trasferte è un'operazione di sostenibilità, e allo stesso tempo le necessarie misure igieniche anti-contagio sono un modo per rendere mezzi, stazioni e aeroporti degli ambienti più puliti e salubri. Senza scordare che la connettività è sempre più un valore irrinunciabile: prese di corrente, collegamento a internet e luoghi comodi dove poter appoggiare i propri dispositivi per lavorare sono ormai irrinunciabili. E poi, infine, proprio il fatto che le trasferte saranno più ponderate potrà essere uno stimolo per fare migliorare la qualità dei servizi, la semplicità di prenotazione e l'agilità dei trasferimenti, per invogliare le persone a mettersi in viaggio.