Clima, marzo 2024: il più caldo nella storia. Decimo mese consecutivo da record
È stato il mese di marzo più caldo mai registrato. È il report appena pubblicato del servizio meteo europeo Copernicus a rendere noti i dati di marzo 2024, che sono allarmanti. Si tratta del decimo mese consecutivo che registra livelli mai visti nella storia mentre la temperatura media sull’anno supera ormai il limite considerato invalicabile dagli accordi di Parigi del 2015 di +1,5° rispetto all’epoca precedente all’industrializzazione di massa.
Riscaldamento climatico: tutti i dati
La temperatura media globale è stata nel mese appena finito di 14,4°C, + 0,73°C rispetto al trentennio 1991-2020 e +0,10°C rispetto al precedente record di marzo del 2016. Marzo 2024 stato anche di 1,68°C più caldo della media di marzo del cinquantennio 1850-1900, periodo di riferimento dell'era pre-industriale ed è il decimo di fila che si classifica come il mese più caldo mai registrato.
La temperatura media degli ultimi 12 mesi, da aprile 2023 a marzo 2024, è la più alta mai registrata: 0,70°C sopra la media 1991-2020 e 1,58°C sopra la media precedente all’industrializzazione di massa (1850-1900). Negli accordi di Parigi del 2015 duecento Stati del mondo si erano impegnati a non superare la soglia di un aumento di un grado e mezzo, ormai oltrepassata, per evitare alcuni degli effetti più drammatici del riscaldamento globale.
L’obiettivo riguardava la media dei successivi 20 anni. Non siamo ancora al 2035: se questo limite, ribadito come insuperabile anche dalla Cop26 di Glasgow del 2021, non è stato dunque ancora varcato come media a lungo termine, l'essere già oltre nell'ultimo anno dovrebbe allarmare tutti.
“Potrebbe essere troppo tardi se aspettiamo”
Di sicuro, la velocità e la costanza recenti di questi aumenti allarmano gli scienziati. Alcuni si chiedono se per questo ultimo periodo non si possa trattare anche di “una coda” di effetti di El Niño. “Siamo nel range della variabilità del clima o si tratta di un segnale di un’accelerazione del riscaldamento globale?”, commenta Diana Ürge-Vorsatz, del Panel on Climate Change (IPCC) dell’Onu. “La mia preoccupazione è che potrebbe essere troppo tardi se aspettiamo di capirlo”.