Il cambiamento climatico è un grosso guaio per le coltivazioni a forte pendenza
Tra qualche decennio sarà molto difficile coltivare i terreni in forte pendenza a causa degli effetti del cambiamento climatico, e in particolare dell’aumento dell’aridità. Lo afferma uno studio italiano, condotto all’università di Padova, che proietta il trend degli effetti dell'inquinamento ambientale e dei gas serra nei prossimi anni. In assenza di misure di protezione dell’ambiente o di una riduzione significativa delle emissioni nocive, questa difficoltà determinerà una profonda crisi del settore agricolo e una grande difficoltà nella gestione dei territori coltivabili in collina e montagna.
L'aridità che complica l'agricoltura
Lo studio padovano è stato condotto dal dipartimento universitario di Territorio e sistemi agro-forestali, ed è stato pubblicato qualche settimana fa sulla rivista Nature Food. In particolare, è stata svolta un’analisi dell’evoluzione delle varie zone climatiche (tropicale, arido, temperato, freddo e polare) nel periodo che va dal 1980 al 2016, soffermandosi sulla concentrazione dei gas serra e sul ritmo delle emissioni prodotte.
Attraverso l’utilizzo di dati satellitari e territoriali, ottenuti grazie alla piattaforma online Google Earth Engine, sono state effettuate predizioni sulle condizioni climatiche future. Se non vengono adottate delle misure in grado di cambiare la tendenza degli ultimi anni, scrivono gli scienziati, verso la fine del secolo la concentrazione atmosferica di sostanze inquinanti sarà tale da creare gravissimi danni al settore agricolo. Questo interessa direttamente l'Italia, uno dei Paesi più interessati dal fenomeno e in cui le coltivazioni in pendenza rappresentano un'importante parte del settore, ma in generale è una criticità globale.
Nello specifico, le aree con coltivazioni agroalimentari in forte pendenza saranno molto più aride e inadatte per lo svolgimento della pratica agricola. Il problema principale a cui si andrà incontro sarà proprio la scarsità idrica dovuta alla riduzione delle precipitazioni complessive annue, peraltro con una distribuzione sempre meno uniforme (a cui stiamo già evidentemente assistendo).
La riorganizzazione delle zone climatiche
Le coltivazioni agricole in aree a forte pendenza rappresentano solo una piccola frazione della superficie globale utilizzata per l’agricoltura, ma sono ugualmente di grande rilevanza per le caratteristiche che le contraddistinguono. Queste aree, a livello mondiale, si trovano principalmente nelle zone temperate (per il 46%) e fredde (28%), mentre il restante quarto è distribuito tra aree tropicali (17%), aride (9%) e polari (1%).
Con il passare degli anni queste percentuali muteranno in maniera significativa, con una riduzione delle zone effettivamente coltivabili per una progressiva diminuzione della fertilità. Tra circa 80 anni, facendo riferimento alle proiezioni dello studio, i terreni agricoli in collina e pianura si redistribuiranno: 27% nelle zone tropicali, 16% in quelle aride, 13% in quelle fredde e 44% in quelle temperate. In pratica, si avrà una aridificazione e una tropicalizzazione delle aree agricole in pendenza.
Storia e cultura, non solo agricoltura
Le coltivazioni a forte pendenza hanno delle particolarità che le rendono uniche nel panorama agroalimentare, in quanto permettono di produrre cibi dalle caratteristiche non facilmente replicabili. La loro importanza è ampiamente riconosciuta sia dalla Food and agricolture organization (Fao) sia dall'Organizzazione delle nazioni unite per l'educazione, la scienza e la cultura (Unesco), che si impegnano per preservare anche il valore storico e culturale di queste aree. Una riduzione delle aree coltivabili determinerebbe un impatto negativo sui raccolti e quindi aumento dei costi per i prodotti alimentari, soprattutto per alcune categorie specifiche.
I Paesi con il maggiore quantitativo di coltivazioni agricole a forte pendenza sono Italia, Messico, Etiopia e Cina. Tra le zone di spicco a livello mondiale ci sono di sicuro le aree terrazzate Honghe Hani nella provincia dello Yunnan (Cina), dove vengono prodotte varie tipologie di riso. Più vicino a noi, in Italia, ci sono le colline del Prosecco e del Soave, oltre a una serie di altre colture.
Tutto ciò sottolinea la necessità di attuare comportamenti virtuosi in grado di preservare i paesaggi agricoli collinari e montani: da un lato ridurre le emissioni di gas serra e altre sostanze responsabili del cambiamento climatico, dall’altro tutelare le aree con coltivazioni a forte pendenza.