Rapporto Usa: i cambiamenti climatici causati dall'uomo
Il riscaldamento globale è un fatto e questo trend è in larga misura causato dall’azione dell’uomo. Gli scienziati di 13 agenzie federali americane, in deciso contrasto con le politiche del presidente Donald Trump, hanno lanciato di nuovo l’allarme sul clima con un rapporto che attende la firma alla Casa Bianca. Il New York Times lo ha reso pubblico nei giorni scorsi, rinvigorendo le polemiche sulla posizione del Presidente Usa rispetto ai cambiamenti climatici dopo la decisione di uscire dall’accordo di Parigi. Questo documento, a firma della National Academy of Science, rientra nel National Climate Assessment: una valutazione sul clima che viene richiesta dal Congresso ogni quattro anni. Si tratta di un rapporto molto importante e dettagliato, che mette insieme migliaia di relazioni e studi pubblicati dai migliori centri di ricerca degli Usa. L’allarme sugli effetti del riscaldamento globale resta estremo. Il rapporto punta il dito sulle emissioni di CO2 di origine antropica: se non si taglieranno in modo drastico come previsto dagli accordi di Parigi del 2015 gli effetti sull’equilibrio del nostro Pianeta saranno devastanti. La temperatura media globale è aumentata di 0,7°C nel periodo 1986-2016 rispetto al 1901-1960; da qui a fine secolo potrà essere contenuta a +2° C soltanto se saranno ridotte le emissioni della CO2.
Le temperature medie negli Usa sono aumentate “rapidamente e drasticamente” dal 1980, le ultime decadi sono state le più calde degli ultimi 1.500 anni e da qui a fine secolo il termometro potrà salire fino a 4,8°C. Alcune zone del Pianeta portano già i segni del cambiamento climatico in atto. Secondo il rapporto “le temperature medie annuali in Alaska e nella regione artica sono aumentate negli ultimi cinquant’anni ad un tasso doppio rispetto alla media globale» ed è “virtualmente certo che le attività umane hanno contribuito, a partire dal 1979”. L’ innalzamento del livello del mare è una minaccia concreta per tutte le zone costiere degli Usa. I cambiamenti climatici sono strettamente connessi anche all’aumento costante dei fenomeni meteorologici estremi come le ondate di calore in Europa nel 2003 o il caldo record in Australia nel 2013.