Caldo e condizionatori accesi, si rischia già un’estate di blackout in città
Il caldo anomalo che si sta registrando in questi giorni sta rendendo difficile la vita nelle città e l'utilizzo eccessivo dei condizionatori rischia di provocare sempre più blackout (e i primi sono già partiti).
Condizionatori accesi in città, Milano e Torino in tilt
In città l'unico modo per combattere il caldo sembra quello di azionare il condizionatore, ma quella che pare essere una soluzione in realtà rischia di peggiorare le cose. Sono in molti che sembrano non essere preoccupati dal rincaro dell'elettricità e preferiscono abbassare (di molto) le temperature tramite i condizionatori, ma oltre alla bolletta è ancor più preoccupante il consumo energetico in crescita, che rischia di mandare in tilt le nostre città. I dati registrati mostrano come nella sola Milano lo scorso 17 giugno siano stati consumati ben 25 gigawattora, una quantità esagerata che supera del 10% quella del giorno prima e del 25% quella della settimana precedente.
Non è un caso dunque se nelle ore successive diversi blackout hanno colpito la città, specialmente nelle zone di viale Certosa, Brera, Affori e della Bovisa. Ma ancor prima del consumo record del 17 giugno si sono verificati diversi disguidi; il Duomo, per esempio, ha dovuto sospendere la salita sulle terrazze per via del blocco di ben 45 minuti dell'ascensore, ripristinato solo grazie all'intervento dei tecnici. Ma se Milano piange, Torino non ride con i suoi consumi energetici saliti dell'11% nel giro di una sola settimana e 3 ore di blackout per le zone di San Salvario e Vanchiglietta, com'era già successo ad altri comuni nella prima periferia torinese.
Eccessivo consumo energetico, perché le città vanno in blackout
Ma a cosa sono dovuti questi continui blackout nelle città maggiormente industrializzate? Il problema sarebbe causato dal cosiddetto effetto Joule. Secondo questo fenomeno, se si aumenta del 10% la richiesta energetica, i cavi si surriscaldano del 20% e, di conseguenza, non riescono a stare al passo con il consumo cittadino, andando di fatto in tilt. Le città di Milano e Torino dispongono di cavi interrati in grado di supportare non oltre i 105 gradi, ma l'eccessivo consumo di questi giorni sta mettendo a durissima prova la loro capacità.
I dati ci forniscono una triste realtà: in 40 anni in Europa l'energia necessaria per scaldare le case è diminuita dell'11%, mentre quella per raffreddarle è salita addirittura del 300%. Il segnale sembra inequivocabile come ulteriore effetto del riscaldamento globale. In Italia, poi, il consumo dei condizionatori equivale al triplo di quello del resto dell'Europa, dunque surriscaldare il cablaggio elettrico è più facile di quanto si creda. Mentre alcuni spingono per un potenziamento dei cavi, gli esperti suggeriscono invece una soluzione molto più efficace a lungo termine: il fotovoltaico, un sistema che non rimanderebbe il problema ma lo risolverebbe, dotando gli impianti di batterie di accumulo in modo da produrre energia dove la si consuma.