Brexit, come cambiano i viaggi per il Regno Unito
Con l'inizio di gennaio 2021 l'uscita del Regno Unito dall'Unione europea è stata completata, mettendo fine anche al periodo di transizione che è durato dal 1° febbraio 2020 fino alla fine dell'anno scorso. Con la Brexit sono cambiate molte cose, fra cui per esempio il modo in cui i cittadini comunitari possono lavorare, studiare e vivere oltremanica. Ed è stato modificato, naturalmente, anche l'insieme delle norme con cui sono regolati i viaggi e le vacanze.
In questi mesi, se si tratta di viaggi di piacere, è comunque molto complesso viaggiare, a causa delle ulteriori limitazioni alla circolazione come misura di contenimento anti Covid-19. Tra tamponi, test sierologici, periodi di quarantena obbligatoria e normative d'emergenza in continua evoluzione, almeno per la prima parte del 2021 non siamo certo nelle condizioni ideali per un viaggio nel Regno Unito. Come, del resto, per qualunque altra destinazione nel mondo. Tuttavia, lasciando da parte la questione sanitaria e guardando alla nuova normalità - o magari al post-pandemia - ci sono comunque una serie di informazioni utili da sapere prima di organizzare un viaggio. Le abbiamo raccolte qui, in ordine.
Spostarsi verso il Regno Unito, e ritorno
In generale la Brexit ha sancito la fine della libertà di circolazione tra il regno e il continente. Questo non significa ovviamente che sia proibito recarsi nel Regno Unito, ma fa sì che il viaggio sia paragonabile a quello verso un qualunque altro paese extracomunitario. Anzitutto dal punto di vista dei documenti: non basta più avere la carta d'identità valida per l'espatrio, ma serve dotarsi di passaporto biometrico inclusivo di chip elettronico. È previsto comunque un ulteriore periodo transitorio: fino alla fine del mese di ottobre 2021 si potrà continuare a viaggiare anche con la sola carta d'identità - sia cartacea sia elettronica - o con un passaporto non biometrico, ma solo a patto che il documento sia valido per l'espatrio e che non scada entro sei mesi dalla data dell'inizio del viaggio. Ai controlli di frontiera, insomma, il documento deve avere una scadenza che sia almeno mezzo anno più avanti.
Tra le regole della Brexit è previsto che un viaggio possa essere considerato tale solo se ha una durata massima di 3 mesi, ossia 90 giorni, e in ogni caso in un anno solare non si potrà stare nel Regno Unito per più di 180 giorni totali. Oltre questa durata, o per restare continuativamente dal 91esimo giorno in poi, è necessario ottenere un visto, ossia in pratica rispettare tutta una serie di altri requisiti a seconda che si voglia permanere nel paese per motivi di lavoro o di studio. Una volta entrati nel Regno Unito non sono naturalmente previste frontiere interne, ma in caso di controllo da parte delle forze dell'ordine è necessario poter dimostrare in qualunque momento di essere in regola con i documenti.
Tutte ciò vale indipendentemente dal motivo per cui si sta facendo il viaggio. Che sia una vacanza vera e propria, una vacanza studio estiva dedicata a ragazze e ragazzi, una trasferta d'affari o qualunque altra cosa, non farà differenza al momento dell'ingresso nel paese. Che si arrivi in aereo, in treno o in traghetto, non ci sarà alcuna differenza, e all'atto pratico i controlli dovrebbero continuare ad avvenire con le stesse modalità pre-Brexit.
Soldi, patente e telefono
Non essere più nell'Unione europea significa doversi preoccupare di una serie di altre grandi e piccole cose per la quotidianità. Per esempio, se di desidera viaggiare con denaro contante, il limite massimo consentito senza necessità di dichiarare alla frontiera è di 10mila sterline, ossia l'equivalente di poco più di 11mila euro. La buona notizia è che si potrà guidare, perché continuerà a essere riconosciuta la patente di guida europea e non occorrerà un permesso di guida internazionale IDP, mentre quella meno buona è che per mettersi davvero al volante della propria automobile bisognerà dimostrare di essere in possesso di una copertura assicurativa che valga anche nel Regno Unito (lo si dovrà verificare di caso in caso con la propria compagnia).
Altre due potenziali seccature riguardano la copertura sanitaria e la copertura telefonica. Sulla prima ci sono già certezze: visto che la tessera sanitaria valida in tutta l'Unione europea non è più riconosciuta oltremanica, è obbligatoria un'assicurazione di viaggio dotata anche di copertura sanitaria. Riguardo a telefonate e internet, invece, la situazione è ancora in evoluzione. Formalmente non c'è più il roaming comunitario garantito, quindi in linea generale è possibile che gli operatori telefonici creino piani tariffari ad hoc e aggiungano maggiorazioni di prezzo. All'atto pratico, però, a oggi nessun operatore ha davvero messo mano alle tariffe, né ha annunciato di volerlo fare, quindi momentaneamente tutto continua a essere come prima.
Animali e acquisti
Più complicato sarà portare con sé in vacanza i propri animali domestici. Non è infatti più riconosciuto come valido il passaporto europeo per animali, e per poter fare entrare cani e gatti nel Regno Unito servirà munirsi di certificato di buona salute rilasciato da un veterinario. Ma attenzione: il certificato deve essere fatto al massimo 10 giorni prima dell'inizio del viaggio, altrimenti sarà considerato già obsoleto e scaduto.
Per gli acquisti tornerà invece il duty-free, ovviamente con limiti sulle quantità trasportabili per quanto riguarda sigarette o alcolici. Il duty-free, per volontà del governo inglese, è però stato eliminato per gadget e prodotti elettronici, capi di abbigliamento e accessori.
E se non è una vacanza?
Le regole per soggiorni più lunghi nel Regno Unito sono piuttosto complesse, ma ci sono alcuni principi generali che può essere utile conoscere. Il più importante è che non ci sarà alcun trattamento speciale per i cittadini europei, che saranno considerati al pari delle persone di qualunque altra parte del mondo.
Il permesso di soggiorno e quello di lavoro sono assegnati sulla base di un punteggio che tiene conto di diversi fattori: conoscenza della lingua inglese, titolo di studio, qualifiche professionali e altri dettagli. Per i professionisti più richiesti - come medici, scienziati ed esperti informatici - i vincoli sono meno stringenti, mentre per i lavoratori non qualificati serve dimostrare di avere un contratto di lavoro con un salario che sia di almeno 26.500 sterline l'anno (poco meno di 30mila euro). Sono previste poi variazioni a seconda degli accordi specifici che il governo siglerà con gli altri paesi. E per tutti è obbligatoria l'affiliazione al sistema sanitario britannico, con un contributo annuo di 624 sterline, e il pagamento del visto: il costo è tra le 610 e le 1.409 sterline per i lavoratori (a seconda del tipo di impiego) e 348 per gli studenti.
In quanto studenti internazionali, inoltre, gli universitari europei non godranno più di alcun privilegio a partire dall'anno accademico 2021-2022. Solo per l'Italia, si tratta di circa 14mila giovani secondo i dati precedenti alla Brexit. Tradotto nella pratica, ciò significa che le 9mila sterline annuali di tasse universitarie (come valore medio) arriveranno a raddoppiare o anche a triplicare, a seconda dell'università specifica in cui si studia. Non esisterà più il programma Erasmus, quindi non ci sarà la possibilità di studiare per brevi periodi nel Regno Unito, se non attraverso altri programmi di scambio internazionali svincolati dall'Unione europea, che varranno per noi così come per gli altri continenti.
Infine, per chi già risiede nel Regno Unito per motivi di lavoro (e ha ottenuto il permesso settled o pre-settled), è prevista la creazione di uno specifico registro: chi entra a farne parte godrà dello stesso trattamento dei cittadini britannici. E, tra le altre cose, potrà continuare a identificarsi con la carta d'identità fino alla fine del 2025.
Le fonti da consultare
Proprio perché gli accordi sono stati siglati di tutta fretta e restano ancora margini di trattativa, meglio assicurarsi di essere sempre aggiornati sulle ultime novità.
Tra le fonti più importanti da consultare ci sono il sito governativo britannico dedicato ai visitatori stranieri, il nostro sito Viaggiare sicuri del Ministero degli esteri - dedicato ai viaggi all'estero, con una sezione sul Regno Unito in particolare - e poi il sito divulgativo VisitBritain.