Benzina supera i 2 euro. È allarme per gas e grano
Il prezzo della benzina continua a salire. La guerra in Ucraina è sicuramente tra le cause dell'impennata dei prezzi dei carburanti che tocca le stelle. Il prezzo medio a litro supera i 2,024 euro.
Benzina supera i 2 euro in Italia
Diesel e benzina in aumento. Una nuova impennata dei prezzi dei carburanti si è registrata in questi giorni con il costo medio della benzina che ha raggiunto i 2,024 euro/litro contro i 2,015 dei giorni precedenti. Aumenta anche il prezzo del diesel che tocca i 1,904 euro/litro contro i 1,895 con punte record che arrivano a 1,974 euro/litro in alcuni impianti. L'aumento dei prezzi, stando a quanto raccontato da Quotidiano Energia, è dovuto alla decisione dell'Opec+ che ha voluto mantenere invariato il livello di produttività costringendo le compagnie a far salire i prezzi.
La compagnia Eni ha visto salire il costo medio di 4 centesimi, mentre Tamoil, Q8 e IP di 3 centesimi. Aumenta anche il prezzo del GPL che tocca 0,821 euro/litro in modalità servito, mentre il metano ha toccato 1,795 euro/kg. La direzione è chiara e in parte era stata annunciata dagli analisti italiani: il prezzo della benzina potrebbe toccare i 2,5 euro al litro durante la guerra russo-ucraina.
Ecco alcuni esempi di costi medi dei prezzi dei carburanti:
- Benzina: self service 1,968 euro/litro - servito 2,188 euro.
- Gasolio self service 1,856 euro/litro - servito 2,086 euro.
- Gpl 0,933 euro/litro,
- Metano 2,053 euro/kg,
- Gnl 2,139 euro/kg.
Guerra Ucraina - Russia: allarme prezzi gas, benzina e grano
Il conflitto russo-ucraino fa salire alle stelle i prezzi dei carburanti. Se la benzina ha toccato il prezzo medio di 2,024 euro/litro, il prezzo del diesel aumenta a 1,904 euro/litro. Il prezzo del gas naturale ha registrato un aumento vertiginoso toccando i 180 euro al megawattora con un +8% rispetto ai giorni scorsi.
Se salgono i costi di benzina, gas e diesel, si registra anche un allarme per il grano come ha spiegato Luigi Cristiano Laurenza, segretario dei Pastai italiani di Unione Italiana Food: "il prezzo del grano duro è sì stabile da qualche settimana, ma deriva da un aumento dell’80% negli ultimi 12 mesi per l’effetto combinato di cambiamenti climatici, speculazione internazionale e corsa all’accumulo di beni essenziali. Senza contare che al rincaro delle materie prime si sono accompagnati, negli ultimi sei mesi, aumenti dei costi energetici (con un’inflazione sugli energetici di oltre il 28% da inizio anno), petrolio (ai massimi dal 2014) e materiali da imballaggio, che ha costretto le aziende a una serie di sforzi per fronteggiare gli inevitabili aumenti in termini di costi di produzione e di prezzo del prodotto a scaffale".
Intanto il rublo, la moneta russa, continua a perdere valore sui mercati internazionali. Basti pensare che la moneta russa ha toccato il minimo 117 contro il dollaro perdendo l'8% rispetto alla settimana scorsa.