Il cambiamento climatico minaccia gli anfibi: molte specie a rischio estinzione
Oltre il 40% degli anfibi è a rischio estinzione e la causa è - come è facile intuire - il cambiamento climatico con il suo effetto deleterio sugli ecosistemi viventi. Il riscaldamento globale mette a dura prova la salute di questa classe di animali, sia per la distruzione degli habitat sia per la diffusione di numerose malattie.
Lo conferma un nuovo studio pubblicato sulla rivista scientifica Nature, che ha evidenziato quanto può essere decisivo l’impatto delle azioni di conservazione adottate per la protezione di alcune specie.
Distruzione di habitat e diffusione di malattie
Un team di esperti ha valutato lo stato di salute di circa 8mila specie di anfibi, mettendo in luce un trend negativo particolarmente evidente. Il principale responsabile di questa condizione è il riscaldamento globale: le giornate con temperature elevate e siccità sono sempre più numerose nel corso dell’anno, favorendo la diffusione di alcune malattie e compromettendo gli habitat naturali.
Gli anfibi sono considerati la classe di vertebrati a farne le maggiori spese, in quanto più sensibili alle variazioni delle condizioni ambientali.
Dal 2004 è stata certificata l’estinzione di 4 specie: il rospo arlecchino di Chiriquí del Costa Rica, la rana diurna dal muso appuntito dell'Australia, il Craugastor myllomyllon del Guatemala e la salamandra del falso ruscello Jalpa del Guatemala.
Gli effetti negativi per gli anfibi sono evidenti in tutto il pianeta, ma lo sono particolarmente nella regione neotropicale. Quest’ultima comprende il Sudamerica, le isole dei Caraibi, l'America centrale, la parte meridionale del Messico e alcune parti della Florida del sud. Il nuovo studio non fa altro che mettere in luce una volta in più la necessità di impegnarsi per mitigare gli effetti del riscaldamento globale e per salvaguardare la biodiversità.