Alla scoperta di Plutone, il capostipite misterioso dei pianeti nani
Plutone è stato considerato per 76 ani il nono pianeta del Sistema solare, fino a quando nel 2006 è stato declassarlo a Pianeta Nano. Con la sua storia enigmatica e il suo fascino glaciale, il capostipite dei pianeti nani è tutt'oggi circondato da un alone di mistero.
Plutone, dalla scoperta a oggi
Scoperto nel 1930 dall'astronomo statunitense Clyde Tombaugh, Plutone è stato ribattezzato così in onore della divinità romana degli inferi, per la sua natura fredda e l'enorme distanza dal Sole. Per oltre settant'anni considerato il nono pianeta del Sistema Solare. Già nel 1992 però, il suo status di pianeta fu messo in discussione in seguito all’individuazione di molti oggetti di dimensioni simili nella fascia di Kuiper.
Plutone non solo non era l'unico corpo celeste orbitante nella fascia di Kuiper, ma non era neppure il più grande in assoluto. Nel 2005 la scoperta di Eris, un pianeta nano dalle dimensioni simili a quelle di Plutone, ha innescato un dibattito durato molti anni e conclusosi solo il 24 agosto 2006, quando l’Unione Astronomica Internazionale ha chiarito la definizione di pianeta.
Con questa ridefinizione Plutone ha dovuto dire addio al suo status di pianeta e da quel momento in poi è diventato un Pianeta nano. La decisione è stata presa dall'Uai nell'assemblea generale, a seguito delle dimensioni ridotte, della composizione e dell'orbita eccentrica e inclinata di Plutone.
Tuttavia, sebbene l’esplorazione nel 2015 della missione New Horizons abbia rivelato dettagli sorprendenti su questo pianeta nano, Plutone è ancora oggi avvolto da un alone di mistero.
Plutone, il più grande dei pianeti nani
Sebbene le sue dimensioni "ridotte" siano state tra i fattori scientifici che ha portato l'Uai a rivedere la sua classificazione come pianeta, Plutone è ancora oggi il pianeta nano più grande tra quelli conosciuti. Il suo diametro medio è di circa 2.377 chilometri, presenta dimensioni inferiori a quelle dei maggiori satelliti naturali del sistema solare e, se paragonato alla Terra, la sua massa appare di circa lo 0,07%.
Caratteristiche fisiche di Plutone
La composizione della superficie plutoniana è composta principalmente da rocce e ghiaccio. Il "re" dei pianeti nani ha un’atmosfera sottile composta principalmente da azoto, con tracce di metano e monossido di carbonio. A causa della bassa gravità e della enorme distanza dal Sole, l’atmosfera è estremamente tenue.
Plutone presenta un’orbita eccentrica e inclinata rispetto al piano dell’eclittica, che lo porta ad avere una distanza dal Sole estremamente variabile. Il periodo orbitale, ovvero il tempo impiegato per completare un’intera orbita intorno al Sole, è di circa 248 anni terrestri.
Se da un lato la sua traiettoria ellittica lo porta a intersecare l’orbita di Nettuno, rendendolo il pianeta nano più esterno, dall'altro l'inclinazione orbitale notevole contribuisce a dargli una posizione singolare, che sfida le convenzioni sull’allineamento tipico dei pianeti.
Il suo colore è un mix di tonalità terrose e sfumature di rosso, dovuto in gran parte alla presenza di composti complessi e detriti di metano sulla superficie ghiacciata.
Le Lune di Plutone, quante sono?
Plutone ha cinque satelliti naturali: Caronte, Notte, Idra, Cerbero e Stige. Caronte è stato scoperto nel 1978, e con il suo raggio medio di 606 km, è il satellite più grande del pianeta nano. Insieme a Plutone forma una sorta di sistema binario.
La scoperta di Idra (Hydra) e Notte (Nix) risalgono a maggio 2005, quando il telescopio spaziale Hubble catturò i due corpi celesti in alcune fotografie dello spazio. Cerbero è uno dei satelliti più recenti: la sua scoperta è avvenuta solo casualmente nel luglio 2011, ancora una volta grazie al telescopio spaziale Hubble. L'obiettivo catturò la quarta Luna di Plutone mentre era alla ricerca di eventuali anelli.
Stige è stata invece scoperto l'anno successivo. L'11 luglio 2012, grazie a un set di immagini riprese tra il 26 giugno e il 9 luglio, un team di astronomi capeggiato da Mark Showalter annunciò al mondo la scoperta di quella che si sarebbe poi dimostrata essere l'ultima Luna di Plutone. I dati attualmente in possesso farebbero escludere la presenza di ulteriori satelliti di diametro superiore a 20 km all'interno del sistema di Plutone.
Missioni spaziali su Plutone
La Nasa è riuscita a portare a termine con successo la missione New Horizons nel luglio 2005, che ci ha permesso di avere informazioni più dettagliate su questo pianeta nano misterioso e affascinante. La sonda ha fatto un sorvolo ravvicinato di Plutone e dei suoi satelliti, inviando sulla Terra immagini e dati scientifici preziosi per comprenderne la storia, la composizione e l’atmosfera.
Grazie a quelle immagini è stato possibile osservare regioni chiare e scure. Le zone più scure, come la pianura di Sputnik Planitia, presentano una colorazione rossastra, mentre quelle chiare variano dal bianco all’arancione. Questa varietà cromatica aggiunge ulteriore fascino e un pizzico di mistero alla complessità geologica di questo mondo così distante nel nostro Sistema solare.
Plutone al microscopio
Osservare Plutone potrebbe sembrare una vera e propria sfida, a causa della sua grande distanza e delle sue dimensioni ridotte. In realtà il pianeta nano può essere osservato anche utilizzando un binocolo amatoriale con caratteristiche elevate, di almeno 200-300 mm di apertura,e in condizioni meteo favorevoli. Non possiamo invece osservare Plutone a occhio nudo, a causa della sua magnitudine apparente estremamente debole.
Come trovarlo nel cielo notturno? Plutone ha un’orbita intorno al Sole molto ellittica e distante, e la sua posizione può variare notevolmente nel corso degli anni. La visibilità dipende dalla sua posizione orbitale e dall’illuminazione solare, ed è consigliabile dedicarsi all'osservazione quando il pianeta nano si trova all’opposizione, ovvero nella parte opposta del cielo rispetto al Sole.